L’attuale situazione umanitaria in Palestina rimane precaria, con gli aiuti internazionali ricevuti che sembrano non raggiungere i civili a causa del controllo rigoroso di Hamas. Intanto Israele ha diffuso un video di un tunnel usato da Hamas per pianificare e compiere gli attacchi
di Corinna Pindaro
Nonostante la fine del conflitto di oltre 70 giorni tra Israele e Hamas, la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, già dilaniata dalla guerra, non ha mostrato segni di miglioramento. I civili soffrono mentre Hamas esercita un controllo inflessibile su come e a chi vengono distribuiti gli aiuti provenienti da organizzazioni internazionali.
Uno sguardo ai video rilasciati recentemente da fonti israeliane e dall’AP è sufficiente per confermare questa triste realtà. Camion carichi di aiuti essenziali hanno attraversato il confine di Rafah dell’Egitto per entrare nella Striscia, ma i civili disperati hanno assalito letteralmente i camion non appena hanno raggiunto la città. Le scene che seguono sono di una frenesia selvaggia di uomini che lottano per afferrare il più possibile.
Immagini inquietanti mostrano come militanti armati, presumibilmente affiliati a Hamas, abbiano preso immediatamente il controllo dei camion carichi di aiuti provenienti dagli Emirati Arabi Uniti. Questi uomini di sentinella erano armati di coltelli, bastoni e altre armi, intimando chiaramente ai civili di restare alla larga. Suonavano anche le sirene dei camion per scoraggiare l’approccio dei civili. Non è chiaro cosa sia successo successivamente alla fornitura di aiuti.
Da tempo, Israele ha accusato Hamas di detrarre risorse indispensabili a scopi militari, piuttosto che per il sostentamento della popolazione civile della Striscia di Gaza. Oggi, per la prima volta dall’inizio del conflitto, i carichi di aiuto hanno anche attraversato il valico israeliano di Kerem Shalom, come richiesto recentemente dagli Stati Uniti. Sarà una questione da monitorare se tali aiuti raggiungeranno effettivamente la popolazione bisognosa oppure finiranno, come sempre, nelle mani di Hamas.
Intanto l’esercito israeliano ha divulgato una serie di video relativi all’impressionante scoperta del più esteso tunnel di Hamas mai rinvenuto sotto la superficie della Striscia di Gaza. Da quando l’offensiva è iniziata, il 29 ottobre scorso, Israele ha disvelato numerose strutture di questo tipo, ma nessuna di queste eguagliava le dimensioni di quella scoperta di recente.
Non distante dal valico settentrionale della Striscia di Gaza, esattamente a 400 metri dal cancello di Erez (oramai chiuso), il tunnel si estendeva verso il basso per circa 50 metri. Le sue dimensioni talmente ampie da consentire il movimento non solo di uomini, armi e altre merci, ma addirittura veicoli.
Le immagini rilasciate dalle forze militari israeliane rivelano le fasi di costruzione e allestimento del tunnel effettuato dai lavoratori di Hamas. Equipaggiato con una elaborata rete di corsie e biforcazioni, il tunnel includeva anche servizi di rete idraulica ed elettrica, comprese le linee di comunicazione, secondo le ricostruzioni fornite dall’IDF.
Pur avendo accesso limitato in Israele, il tunnel era corredato di porte a prova di bomba. Il senso di quest’allestimento, assai probabilmente, era quello di evitare eventuali incursioni sorpresa da parte dell’Esercito avversario. L’IDF non ha divulgato la mappa completa del tunnel, ma ha rivelato che la struttura era abbastanza spaziosa da consentire al fratello del capo di Hamas nella Striscia, Yahya Sinwar, di guidare una macchina all’interno del tunnel.
Lo smascheramento e la disintegrazione di questa infrastruttura sotterranea che per anni ha permesso a Hamas di pianificare gli attacchi contro Israele rappresentano una delle ragioni per le quali lo Stato israeliano ha lanciato l’offensiva nella Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi, a partire dal 7 ottobre scorso tale offensiva ha provocato più di 18.000 vittime e 50.000 feriti.
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