Una nuova ondata di Covid-19 sta riscontrando un aumento del 25% dei ricoveri negli ultimi sette giorni, mentre il tasso di vaccinazione stenta a decollare. Fino ad ora, solo un milione di persone hanno ricevuto il vaccino, e la percentuale di immunizzazione tra gli over 70 e i malati fragili è particolarmente bassa. Intanto medici e infermieri scioperano contro la Manovra
di Carlo Longo
Nell’ultima settimana i ricoveri a causa del Covid sono aumentati del 25%, ma la campagna vaccinale stenta a partire. E’ stato convocato un vertice straordinario al Ministero della Salute per affrontare la questione della bassa adesione alla vaccinazione. Il direttore generale della Prevenzione, Francesco Vaia, sta cercando di capire le ragioni del tasso di vaccinazione al momento stagnante, che riguarda non solo il vaccino Covid. Tra le possibili soluzioni proposte ci sono l’organizzazione di degli open day nazionali, un’idea sostenuta ripetutamente da Vaia in passato.
In alcune regioni, come il Lazio, la Toscana e il Veneto, la campagna di vaccinazione è già disponibile per tutti gli adulti. Questo rappresenta un progresso rispetto all’inizio della campagna di vaccinazione lo scorso ottobre, che dava la priorità ai malati fragili e agli anziani. Tuttavia, i dati attuali preoccupano gli esperti. Francesco Cognetti, presidente della FOCE, ha espresso la sua preoccupazione, dicendo: “Questa settimana il tasso di mortalità da Covid è aumentato di un ulteriore 24% rispetto alla settimana precedente, proiettando oltre 15.000 decessi su base annuale che sono destinati a un aumento significativo nei mesi a venire.”
Per Cognetti, le ragioni per cui la campagna vaccinale stenta tanto a decollare includono la mancanza di una pianificazione e di un’organizzazione effettiva da parte del sistema sanitario del paese. C’è anche una mancanza di informazioni sulla campagna di vaccinazione di massa per milioni di cittadini italiani. Inoltre, si notano messaggi confusi e spesso contraddittori sulla pericolosità e la letalità del contagio, emessi anche da alcune autorità sanitarie del paese, scoraggiando ulteriormente una popolazione già in parte restia alla vaccinazione.
Se da una parte si prospetta un allarme per l’emergenza sanitaria dall’altro dovrebbe far riflettere l’evata adesione allo sciopero nazionale dei medici, dirigenti sanitari e infermieri che si svolge in queste ore in Italia. La grande partecipazione è stata accolta con entusiasmo da Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing Up. I leader sindacali hanno espresso il loro ringraziamento a tutti i partecipanti alla protesta, sottolineando che la straordinaria adesione ha mostrato una comprensione e condivisione diffusa delle ragioni della protesta.
Nonostante l’indubbia consapevolezza delle difficoltà causate ai cittadini, i sindacalisti ribadiscono la loro convinzione nel fatto che queste azioni possano gettare le basi per l’implementazione di servizi migliori, soprattutto per coloro che usufruiscono del servizio sanitario pubblico. La protesta dunque, nonostante generi disagi, ha la finalità di promuovere migliorie significative per gli utenti.
Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, ha rivelato la frustrazione della categoria per non aver trovato interlocutori capaci di comprendere e rispettare le loro richieste. Le rivendicazioni, secondo Di Silverio, vanno oltre la questione monetaria e riguardano la necessità di condizioni di lavoro dignitose.
Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, confida che l’alto numero di partecipanti allo sciopero è un chiaro segnale del disagio dei lavoratori sanitari. L’elevata partecipazione segnala anche l’inizio di un movimento di protesta che non ha intenzione di placarsi fino a quando non saranno rispettate le richieste di tutelare il diritto alle cure dei cittadini e di valorizzare i professionisti della salute.
In questo contesto, il malcontento dei professionisti della salute dovuto alla manovra che erode le loro pensioni, al mancato rinnovo dei contratti e al definanziamento del Servizio sanitario nazionale, non è più silenzioso. Quici ritiene sia venuto il momento di far sentire alta e chiara la voce dei medici, degli infermieri e dei dirigenti sanitari, per porre fine al sovvenzionamento della sanità privata a discapito della sanità pubblica.
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