Un’ulteriore serie di ostaggi israeliani è stata liberata da Gaza, in cambio della consegna di prigionieri palestinesi. Segue la richiesta di un prolungamento della tregua tra Israele e Hamas, al fine di consentire l’ingresso di ulteriori aiuti umanitari nella Striscia. La situazione è però aggravata dalla notizia della morte di tre ostaggi israeliani, tra i quali un neonato di soli 10 mesi
di Emilia Morelli
Secondo l’accordo di tregua stipulato tra Israele e Hamas, nell’ultimo dei due giorni di tregua, sono stati liberati altri dieci ostaggi israeliani da Gaza, a fronte del rilascio di una trentina di prigionieri palestinesi. Tuttavia, mediatori provenienti dagli Stati Uniti, Qatar ed Egitto stanno esercitando notevoli pressioni affinché la tregua venga estesa ulteriormente, permettendo anche l’afflusso di aiuti umanitari cruciali nella Striscia di Gaza.
Tuttavia, una notizia sconcertante giunge da Gaza, mettendo a dura prova Israele: Kfir Bibas, il più giovane degli ostaggi detenuti da Hamas dal 7 ottobre, di soli 10 mesi di età, è morto. Nello stesso tragico incidente sono deceduti anche il fratellino di quattro anni, Ariel, e la madre, Sherry Silverman Bibas. Nei giorni scorsi vi erano state crescenti preoccupazioni e appelli per la loro liberazione, provenienti non solo da Israele.
Risulta fondamentale menzionare l’esperienza di Yocheved Lifshitz, un’attivista per la pace israeliana di 85 anni che è stata rapita e poi liberata da Gaza. Lifshitz ha rivelato durante un’intervista al quotidiano israeliano Davar che aveva incontrato il leader di Hamas, Yahya Sinwar, nei tunnel sotto la Striscia. Lifshitz, che da decenni sostiene i progetti di cooperazione e dialogo con i palestinesi di Gaza. “Sinwar è venuto da noi tre o quattro giorno dopo il nostro arrivo”, ha raccontato ora la donna nel corso di un raduno per chiedere il ritorno di tutti gli ostaggi. “Gli ho chiesto come potesse non vergognarsi di aver fatto una cosa del genere a persone che hanno sostenuto la pace per tutti questi anni”. Dilemma mai risolto. “Sinwar non ha risposto, è rimasto in silenzio” ha proseguito la donna, il cui marito Oded, 83 anni, è tuttora prigioniero a Gaza.
Il cessate il fuoco, che ha favorito la consegna di aiuti umanitari a Gaza, dovrebbe terminare il 30 novembre mattina. Secondo le notizie pubblicate dal quotidiano egiziano Al-Araby Al-Jadeed, è stata raggiunta un’intesa per estendere la tregua di altri due giorni, ripetendo le stesse condizioni. Da parte israeliana, la questione è ancora in esame e nulla è stato confermato finora.
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